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La possibilità di un ritorno dei 24 CFU insegnamento non sembra da escludere, nonostante la loro cancellazione definitiva dalla Riforma della formazione iniziale e continua e del reclutamento dei docenti voluta dall’ex Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. Questi crediti formativi universitari potrebbero, infatti, tornare a rivestire un ruolo di primo piano nei requisiti richiesti agli aspiranti docenti.

 

Il ritardo nella pubblicazione del DPCM 60 CFU e il silenzio sull’avvio dei percorsi abilitanti di formazione iniziale stanno causando preoccupazione e malumori tra gli addetti ai lavori. 

 

Per questo motivo, la richiesta di riproporre i 24 CFU insegnamento nelle materie antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche – probabilmente accantonati con troppa fretta a vantaggio dei 60 CFU – è diventata sempre più pressante.

 

24 CFU insegnamento in arrivo? Gilda-Unams chiede il ripristino dei 24 CFU

In base alle ultime dichiarazioni della responsabile nazionale dei precari del sindacato Gilda-Unams, Patrizia Giovannini, l’attuazione della Riforma Bianchi rischia di avere conseguenze negative per i neolaureati

 

Infatti, la fase transitoria, che prevedeva la possibilità di utilizzare i 24 CFU fino al 31 dicembre 2024, non sarebbe sufficiente. 

 

Inoltre, la pubblicazione del decreto attuativo per i 60 CFU, inizialmente previsto per il 31 luglio 2022, è stato rinviato a causa della crisi di governo e non è ancora stato emanato. 

 

Tutto questo sta causando crescente preoccupazione tra gli addetti ai lavori e spingendo la Gilda-Unams a richiedere il ripristino dei corsi per l’acquisizione dei 24 CFU insegnamento almeno fino all’avvio dei percorsi abilitanti di formazione iniziale. 

 

“Attualmente – ha fatto sapere Giovannini – la situazione è incerta: i 24 CFU sono scaduti il 31 ottobre 2022, mentre per conseguire i 60 CFU occorre organizzarsi con le università. Per questo auspichiamo l’emanazione di una norma che garantisca la validità dei 24 CFU per tutti coloro che si stanno laureando e che desiderano accedere alle GPS il prossimo anno”.  

 

24 CFU in arrivo? Giovannini chiede la revisione della Riforma Bianchi

Secondo le dichiarazioni della responsabile nazionale dei precari del sindacato Gilda-Unams, Patrizia Giovannini, i ritardi nell’attuazione della Riforma Bianchi rischiano di avere ripercussioni negative soprattutto sui neolaureati

 

Le eccezioni previste dalla fase transitoria, infatti, non sarebbero sufficienti e molti aspiranti docenti potrebbero ritrovarsi senza i 24 CFU insegnamento, scaduti il 31 ottobre 2022, e senza i 60 CFU, non ancora avviati. 

 

Per questo motivo, si auspica la riproposizione dei corsi per l’acquisizione dei 24 CFU insegnamento, almeno fino all’avvio dei percorsi abilitanti di formazione iniziale. 

 

“La questione, tuttavia – ha concluso la responsabile nazionale dei precari del sindacato  Gilda-Unams – non si limita esclusivamente al numero dei crediti richiesti. Bensì richiede un ripensamento dell’intera Riforma Bianchi. Ciò non solo al fine di garantire il diritto alla formazione dei futuri docenti, ma anche di valutare l’impatto a lungo termine delle nuove norme sulla qualità dell’istruzione in Italia”.

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